VERITA’ SCIENTIFICA E VERITA’ MEDICO LEGALE NELLE DISFUNZIONI CRANIO-MANDIBOLO-VERTEBRALI
di Edoardo Bernkopf edber@studiober.com
Articolo pubblicato su “Il Giornale dei Dentisti Veneti”Anno V N°20, 17-18
Il primo agosto 1630 Gian Giacomo Mora , Guglielmo Piazza e altri disgraziati fra cui una donna, “condotti (è di Pietro Verri il racconto) su di un carro, tenagliati in piú parti, ebbero, strada facendo, tagliata la mano; poi rotte le ossa delle braccia e gambe, s’intralciarono vivi sulle ruote e vi si lasciarono agonizzanti per ben sei ore, al termine delle quali furono perfine dal carnefice scannati, indi bruciati e le ceneri gettate nel fiume”.
Vennero giustiziati con l’infamante accusa di esser untori, e responsabili , quindi, della pestilenza che aveva colpito Milano in quegli anni. L’inchiesta per accertare i fatti fu lunga e accurata, e si avvalse delle tecniche di indagine e di tortura considerate più sicure e affidabili per i tempi: nessuno dubitò che la verità giudiziaria e, potremmo oggi dire, medico legale, fosse stata raggiunta . Ci conferma il Manzoni:
“Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissmi alcuni accusati d’aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d’aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de’ supplizi, la demolizione della casa d’uno di quegli sventurati ( il Mora, n.d.a.), decretaron di più, che in quello spazio s’innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un’iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell’attentato e della pena. E in ciò non s’ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile”. ( A. Manzoni: Storia della colonna infame, introduzione)
L’erezione di una colonna infame era abbastanza usuale nei secoli scorsi. Quella descritta dal Manzoni restò in piedi per 148 anni finché, fra la notte del 24 e il 25 agosto 1778, fu abbattuta dal governo Austriaco.
Nella foto la Colonna Infame eretta a Genova negli stessi anni (1628) a ricordo della congiura ordita da Giulio Cesare Vachero per conto del Duca Carlo Emanuele I di Savoia a danno della Repubblica di Genova.
“A memoria dell’infame Giulio Cesare Vachero, uomo scelleratissimo, il quale avendo cospirato contro la Repubblica, mozzatogli il capo, confiscatigli i beni, banditigli i figli, demolitagli la casa, espiò le pene dovute
(Il Vachero fu giustiziato la notte del 31 Maggio)
Quando la parola Verità si accompagna ad un aggettivo, qualificativo ma al tempo stesso limitante, viene generata una diversa categoria , che con quella della Verità priva di aggettivazioni si pone in relazione, ma non in sinonimia. Così accade per i termini “verità scientifica”, “ verità processuale” e “verità medico legale”, che esprimono più ristretti ambiti di pertinenza, di certo non privi di zone d’ombra e di possibilità d’errore.
Una verità scientifica dichiarata e accettata in un congresso medico può infatti venire definita “superata”in un congresso successivo: il concetto di Progresso che a questa evoluzione si accompagna maschera alquanto il fatto oggettivo che se ciò che fino a ieri si era ritenuto vero oggi non lo è più, in realtà non lo era nemmeno ieri. Ci sono dunque verità scientifiche che non sono verità , e per contro verità che non sono ancora state chiarite dalla ricerca scientifica (e che forse non lo saranno mai) e che quindi verità scientifiche non sono (né forse potranno esserlo mai).
La verità medico legale si colloca su un gradino ancora inferiore. Essa si rapporta necessariamente con la verità scientifica e quindi da un lato con le acquisizioni e le linee guida prodotte dalla ricerca, ma dall’altro anche con le incertezze e le carenze di oggettività sopra accennate. Inoltre, in presenza o nel sospetto di un danno iatrogeno è chiamata ad accertare colpe e responsabilità, il che aggiunge un nuovo elemento di incertezza: tornando al parallelo con l’episodio della colonna infame, come osserva il Manzoni “Certo, non era un effetto necessario del credere all’efficacia dell’unzioni pestifere, il credere che Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora le avessero messe in opera” ( A. Manzoni: Storia della colonna infame, introduzione).
Alessandro Manzoni
L’accertamento di una verità medico legale è tanto più agevole e sicuro quanto la materia considerata é inopinabile e certa sul piano scientifico.
La pubblica esecuzione degli untori fu considerata un atto di sacrosanta giustizia “medico legale” in quanto, nell’ignoranza del tempo, l’eziopatogenesi della peste era riconosciuta nell’opera di quei disgraziati “criminali”. Oggi di quella certezza si sorride, nella consapevolezza che un simile errore giudiziario sarebbe impossibile, e poco discutibile sarebbe oggi per contro la sanzione medico legale di un comportamento errato od omissivo di fronte ad una patologia come la peste, il cui inquadramento nosologico e terapeutico attualmente non presentano dubbi.
La storia della Colonna Infame sembrerebbe solo allucinante e paradossale se non costituisse invece il paradigma di molti errori scientifici e medico legali che si commettono ancora oggi. Infatti, la medicina scienza esatta non è: molti sono i suoi campi in cui, diversamente che per la peste, le certezze acquisite sono poche ancor oggi. In questi si fa più difficile la condotta clinica, ma anche un eventuale giudizio medico legale é spesso opinabile e a grave rischio di errore. Tuttavia, come nel caso della colonna infame, le pressioni dei ricorrenti e a volte dell’opinione pubblica , se non della piazza, possono essere forti: del resto, il concetto giuridico del “Non liquet”, della possibilità , cioè, del giudice di astenersi dal giudizio in mancanza di elementi di certezza, lavandosi le mani come Pilato (atteggiamento che in fondo esprimeva una certa dose di saggezza e di umiltà apprezzabili) tramonta già nel diritto del tardo impero romano. Occorre che si arrivi comunque ad un giudizio.
In campo odontoiatrico le problematiche che ruotano attorno all’ATM e alle disfunzioni cranio mandibolo vertebrali sono senza dubbio fra le più insidiose. Ad una sostanziale mancanza di certezze sia sul piano eziopatogenetico che su quello clinico, diagnostico e terapeutico, si accompagna quello di un conseguente maggior rischio di insuccesso e , sempre più spesso, di aggressione medico-legale.
Sarà quindi sempre bene che non solo i dentisti, ma anche giudici e periti ricordino che un errore giudiziario ne risulta facilitato.
La colonna infame , in prima pagina sul giornale cittadino, costituisce la tortura e la condanna , spesso ingiusta, inferta ai nostri giorni.
Edoardo Bernkopf edber@studiober.com