Aldo Pagliaro, Malattia di Meniere
Ho iniziato a percepire i primi sintomi dei problemi all’orecchio destro dopo una doccia nasale effettuata alle Terme di Trescore nell’ottobre 2010.
Percepivo una sensazione di ovattamento, a tratti, dell’orecchio.
In prima battuta diedi la colpa alla doccia nasale e per dare una soluzione ai problemi cominciai a ripetere alle Terme, ogni anno per tre anni consecutivi dal 2011 al 2013, cicli di insufflazione endotimpanica, senza risultati, certificati anche dagli esami audiometrici eseguiti ogni anno.
Nel frattempo facevo lunghi cicli di manipolazioni da un Osteopata, seguiti da massaggi di un Fisioterapista per attenuare i dolorosi mal di testa che provavo quasi tutti i pomeriggi, con fitte acute che partivano dalla zona occipitale destra, proprio dietro l’orecchio “incriminato”, e si diramavano in tutto il cranio.
Nel 2012 in una visita nell’Ambulatorio di Audiometria dell’Ospedale di Legnano – dopo una serie di esami specifici come audiometria tonale, riflesso stapediale, audiometria vocale, timpanogramma – mi venne riscontrata per la prima volta, dall’Audiologo una idrope endolinfatica con fullness auricolare all’orecchio destro. La cura prescritta: Vertiserc per 1 mese e poi nuova visita di controllo.
I sintomi di ovattamento, gli acufeni e l’ipoacusia all’orecchio destro, continuavano però ad aumentare.
Nel giugno 2014 mi rivolsi all’Ospedale di Piacenza dove ripetei gli esami di base ed in una visita presso l’ Unità di Otorinolaringoiatria (Dr Cuda) mi venne confermata la diagnosi di idrope endolinfatica all’orecchio destro, e mi venne data una terapia che consigliava dieta iposodica + idratazione oligominerale (assunzione di almeno 2,5 l. di acqua al giorno) e un diuretico tutti i gg. Alla fine, in mancanza di risultati concreti, consigliava di passare all’Amplificazione RITE dx con frattali acustici (cioè indossare una protesi acustica all’orecchio destro).
Nell’ottobre 2014 ho ordinato, in prova, la protesi acustica consigliatami.
Ma i risultati furono disastrosi: suoni metallici, distorti, rimbombi fastidiosissimi. Dovetti rinunciare alla protesi e riconsegnarla alla società che me l’aveva fornita, dopo un mese di prova.
Nello stesso periodo avevo fissato un incontro a Roma a fine ottobre 2014 con uno studio specializzato in Audiologia (Prof. Cianfrone) dove dopo una serie di esami approfonditi al riguardo ed una specifica visita specialistica mi venne confermata la diagnosi di “Sindrome di Menière”. Non si trattava , a parere del Professore, di una vera Malattia di Menière, perché non avevo vertigini (mi sono però iniziate violentemente poco dopo), Venni congedato con una terapia di flebo di Glicerolo 10% e Prisma 50 mg.
Infatti, tra fine ottobre e i primi giorni di novembre 2014 cominciarono a comparire le prime crisi di vertigini: ne ho due molto pesanti (una durata per l’intero tardo pomeriggio e l’altra per l’intera mattinata) entrambe seguite da lunghe crisi di vomito.
A questo punto, feci ricerche su Internet per scoprire nuovi Centri di Eccellenza per la Menière . Scoprii così casualmente lo Studio del Dr. Bernkopf a Vicenza, che riportava nel sito alcune esperienze di pazienti con Sindromi di questo tipo che avevano tratto giovamento dall’applicazione di un bite alla mandibola.
Incuriosito ed ormai sconfortato dalle terapie fino ad allora consigliatemi concordai un appuntamento con lo Studio Bernokopf, a Vicenza, il 19 novembre 2014 e, in quello stesso giorno, ho indossato un Bite alla mandibola inferiore, da utilizzare giorno e notte.
Nei primi tempi non ho avuto dei grandi miglioramenti, anzi percepivo maggiori dolenzie diffuse nel cranio e nel collo …. comprensibili d’altronde per gi effetti che il bite induceva sulla postura mandibolare e sull’Articolazione Temporo-Mandibolare.
Ma non avevo più le crisi di vertigini!! Solo un po’ di nausea che, durante il giorno, poi si attenuava.
Poi dopo due mesi, ho iniziato ad accorgermi che qualcosa di più stava cambiando: l’ipoacusia stava diminuendo. Ho un modo infallibile per provarlo: mettere all’orecchio destro la cornetta del telefono. Prima sentivo il suono attutito e lontano, ora invece lo percepivo in modo più netto e pulito.
Ancora per qualche tempo ho dovuto “compensare” soffiando nel naso per “stappare” l’orecchio destro (il sintomo dell’ovattamento) … poi dopo tre mesi, anche il senso di ovattamento è diminuito!
Solo l’acufene non è scomparso . Però è meno fastidioso, meno acuto …. o forse sono io che ora gli dò meno importanza …. e in ogni caso, con un acufene che rimane a questa intensità si può convivere senza grossi problemi.
Devo dire, in conclusione, che il Bite consigliatomi dal Dr. Edoardo Bernkpof si è rivelato risolutivo, almeno fino ad oggi, per i miei problemi causati dalla “Sindrome di Menière” all’orecchio destro e sono ben lieto di dare questa mia autentica testimonianza al riguardo.
Sottolineo che la denominazione del mio problema è per me poco importante: ciò che mi stava a cuore era la scomparsa della pesante sintomatologia che mi affliggeva
Confermo che la relazione sopra riportata descrive esattamente la mia storia clinica , e ne autorizzo la pubblicazione a fini divulgativi e scientifici anche via internet in deroga consapevole alle norme sulla privacy.
Aldo Pagliaro , Treviglio (BG )
aldo.pagliaro@teletu.it
29 Settembre 2015, visita di controllo presso lo Studio Bernkopf.
A nove mesi dal primo incontro con il Dr. Bernokopf sono ritornato nel suo studio di Vicenza dove nel “lontano” novembre 2015 indossai per la prima volta un bite.
E non posso che confermare quanto detto nella relazione sulla mia Sindrome di Menière, presente ora anche sul sito dello Studio Bernkopf: ho risolto, a questo punto in modo definitivo, tutti i problemi principali causatimi dalla MdM.
Non ho più vertigini, e quindi niente vomito.
Ci sento di nuovo bene al mio orecchio destro.
L’ovattamento è sparito quasi del tutto, in ogni caso riappare in termini minimali e lo elimino ora con una semplice compensazione.
Solo l’acufene non è scomparso …. ma è diminuito in modo considerevole, tanto da non essere più un problema percepibile.
Sarei felice a questo punto, se questa mia esperienza potesse essere presa di esempio per avvicinare i pazienti di MdM – sconfortati dalle cure finora intraprese – a questa metodologia di intervento.
E l’augurio, altrettanto sincero, non può che essere quello di arrivare a raggiungere i risultati da me conseguiti, grazie al bite del Dr. Bernkopf.
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