Cesare è un bambino nato nel dicembre 2010 che, dall’età di 2 anni, ha sofferto di otiti ricorrenti ad entrambe le orecchie. Otiti tanto frequenti (anche 2 volte al mese, senza distinzione di stagione) che gli impedivano di condurre una vita normale, frequentare regolarmente la scuola o stare all’aria aperta.
Le cure che tutti gli otorini gli prescrivevano consistevano – costantemente – nella somministrazione di antibiotici, cortisonici, aerosol etc. : sempre la stessa pesante trafila di medicine che, tuttavia, non impediva che – a distanza di qualche settimana – un’altra otite puntualmente si ripresentasse.
Col passare del tempo, poi, le otiti erano divenute sempre più violente, culminando, quasi per tutto il 2015, nella regolare perforazione di entrambi i timpani con fuoriuscita di muco dal condotto uditivo.
Nel luglio 2015, alla ricerca di una soluzione che nella nostra città e Bari non trovavamo, abbiamo contattato il primario del reparto di otorinolaringoiatria del Bambino Gesù di Roma, il Dott Giancarlo De Vincentiis, il quale, notando una malocclusione nella bocca di Cesare (in specie, un morso profondo), senza ulteriori indagini ci ha consigliato, in prima battuta, di far vedere il bambino dal dott Edoardo Bernkopf.
Ero un po’ stupita da questo consiglio, che trovavo alquanto inusuale. Non mi sembrava che Cesare avesse problemi odontoiatrici. Comunque, in considerazione dell’autorevolezza del Dr. De Vincentiis, ho deciso di seguire il suo consiglio.
Nel settembre 2015, durante la prima visita odontoiatrica nel suo studio di Roma , il Dr. Bernkopf mi ha proposto l’applicazione di un bite, secondo una sua teoria che ipotizza essere la malocclusione dentaria a favorire l’insorgenza delle Otiti Ricorrenti. Ho deciso di seguire questa strada, comunque totalmente priva di rischi, visto che in altro modo la soluzione non si era mai trovata. Purtroppo , però, essendo l’ultimo giorno della permanenza del Dr. Bernkopf a Roma in quel mese, la consegna per l’applicazione doveva slittare al mese successivo: sapevo che questo, in media, per Cesare voleva dire altre due otiti. Il Dottore , però, mi disse anche che , se avessimo raggiunto Vicenza, l’apparecchio poteva essere applicato 4 giorni dopo, il martedì. Con la sensazione di essere all’ultima spiaggia, accettai anche questo: aereo Bari-Verona e poi Verona Vicenza, e viceversa.
Durante il volo di andata allo studio di Vicenza, Cesare ha lamentato ancora dolori all’orecchio: ero certa e rassegnata che si trattasse della “solita” ricaduta . Con grande mia gioia, invece, i dolori sono “magicamente” scomparsi non appena il bite gli è stato applicato.
Certo, eravamo contenti di sapere che il mal d’orecchie non c’era e non tornava, ma prima di gridare al prodigio, volevamo essere cauti e attendere almeno qualche settimana. Ogni giorno a Cesare veniva fatta la stessa domanda: “Hai mal d’orecchie?”, e il bambino, incredulo e contento anche lui (dopo le lunghissime sofferenze trascorse), rispondeva puntualmente “no”.
Il tempo passava e finalmente abbiamo potuto dire, sorretti dalla prova dei fatti, che Cesare, dal giorno dell’applicazione del bite, non ha più avuto neppure un’otite.
Una volta al mese, circa, ci siamo recati a Roma per i controlli e la situazione si è evoluta nel migliore dei modi. Cesare ha tollerato sin da subito il bite, nonostante qualche iniziale difficoltà (presto superata) nel parlare.
Durante uno dei viaggi da Bari a Roma ci è pure capitato di incontrare sul treno due fratellini, anche loro con i bite colorati in bocca, anche loro pugliesi. I bambini è come se si fossero riconosciuti, accomunati com’erano da quell’affarino colorato di cui sembravano addirittura andare orgogliosi, facendo a gara a chi avesse i colori più vivaci. I genitori dei fratellini ci chiesero se anche noi fossimo pazienti del dott. Bernkopf.
Nel febbraio 2016, al bite si è aggiunto l’espansore al palato che, dopo la prima settimana di fastidio ed insofferenza, è stato accettato e tollerato pienamente dal bambino.
Lo scorso settembre 2016, avendo accertato che il morso era stato corretto ed era stato conseguito l’obiettivo prefissato per questa fase di trattamento, bite ed espansore sono stati rimossi completamente e tutto, ad oggi, sembra andare nel senso sperato: ci rivedremo una volta l’anno per seguire l’evoluzione della bocca , in attesa di completare il trattamento ortodontico verso gli 11-12 anni .
Ringrazio di cuore il Dottor Bernkopf, per la genialità della sua cura e della sua ricerca, e il Dottor De Vincentiis per avermi indicato questa strada.
Confermo che la relazione sopra riportata descrive esattamente la storia clinica di mio figlio Cesare, e ne autorizzo la pubblicazione, in testo, a fini divulgativi e scientifici anche via internet.
Matteo Carabellese, padre di Cesare Carabellese, cell. 339 5085599 e-mail: mama.tc@tiscali.it
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